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LA TEORIA DEL TUTTO
(THE THEORY OF EVERYTHING)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 30 marzo 2015
 
di James Marsh, con Eddie Redmayne, Felicity Jones, David Thewlis (Gran Bretagna, 2014)
 
Esistono dei film nei quali il soggetto, la storia se preferite, s'impone prima di ogni altra considerazione; in special modo, se un personaggio della pellicola riesce a illuminarla della propria presenza. E' stato il caso con STILL ALICE, permeata dalla presenza costante di una grande attrice come Julianne Moore, succede in contemporanea (e gli Oscar per la Migliore Interpretazione ne hanno dato un puntuale riflesso) con lo straordinario protagonista di LA TEORIA DEL TUTTO, Eddie Redmayne.

Altrettanto straordinaria, e ormai nota a un largo pubblico, è la storia di Stephen Hawking, un ragazzo come molti suoi simili che ha avuto la fortuna di frequentare l'università di Cambridge; e, al tempo stesso, di godere dei tipici svaghi della propria età, le serata al pub con gli amici, più una fidanzatina studentessa di lettere che diverrà ben presto un punto fermo della sua esistenza. Un'esistenza ai confini dell'incrediblie. Poichè il brillantissimo studente di fisica e cosmologia sarà presto confrontato, negli Anni Sessanta, con un terribile verdetto: una distrofia neuromuscolare che gli impedirà progressivamente ogni movimento, il linguaggio, e soli due anni di vita.

Grazie anche all'amore ammirevole di Jane, dotato di un'intelligenza e di una intuizione fuori dal comune, Hawking non solo è ancora in vita malgrado i suoi enormi condizionamenti fisici. Ma, esempio memorabile di come la sopravvivenza intellettuale abbia una priorità esistenziale assoluta, diverrà ben presto una celebrità mondiale, ponendo nuovi limiti ai confini della scienza.

Tratta dal libro biografico redatto dalla moglie dello scienziato, una vicenda per mlti versi cosi clamorosa presentava anche molti pericoli, primo fra tutti quello di cadere nel melodramma. Qualche sequenza arrischia di avviarsi in questo senso: il ballo ben incorniciato sui ponti di Cambridge, i cori in chiesa di una moglie che comprensibilmente deve rifarsi un morale, le musiche in generale, che non sono proprio un modello di discrezione. Ma, oltre alla formidabile prestazione di Eddie Redmayne con la sua eterna espressione da ragazzino, oktre a quella sensibile e razionale di Felicity Jones, al film vanno riconosciuti non pochi meriti: non avere ignorato del tutto lo scoglio della divulgazione scientifica (la diversità fra relatività e quantistica argutamente spiegata a tavola, a colpi di piselli e patate), l'humour tutto british che gli autori riescono a infondere in un soggetto del genere, la discrezione tutta anglosassine che evita ogni sensazionalismo.

Fra carrozzine e tracheotomie James Marsch riesce persino a parlarci dei problemi di sesso solitamente schivati in casi del genere. Senza dimenticarsi, alla faccia dei moralisti, di illustrarci nei dovuti dettagli come da due matrimoni, uno fra un gentile e aitante vedovo che si occuperà a lungo dell'invalido prima che della signora Hawking, l'altro fra il protagonista stesso e la sua infermiera finiranno per condurci fino ai giorni nostri. Con esemplare buona pace di tutti.


   Il film in Internet (Google)

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